TOTUS TUUS
Terrore a Piazza San
Pietro – 13 maggio 1981
Il Beato Papa Giovanni Paolo II - 'Il Grande'
Sua Eminenza Reverendissima il Cardinale Stanislaw Dsiwisz con Frank Zammit
‘Nessuno pensava
che potesse accadere un attentato contro una persona innocente, una persona di
Pace e soprattutto in Piazza San Pietro.
Sí mi ricordo,
perché non potrei mai
dimenticare quel che successe! Questo è entrato nel mio cervello, della mia
memoria, nella mia testa. Soprattutto la provvidenza! Cosa poteva fare l’uomo?’
– S.E.R. Card. Stanislaw Dsiwisz – 7.9.2011
Piazza San Pietro
Sono passati piu di trent’anni dall’attentato su Giovanni
Paolo II. Accadde esattamente il 13 maggio 1981 quando Papa Wojtyla uscì in
Piazza San Pietro per l’Udienza Generale delle diciassette. La macchina bianca
su cui viaggiava passava lentamente in una stradina tra due barricate strette.
Il Papa era in piede salutando la folla di fedeli che si era radunata.
Stringeva loro le mani, e in un certo momenti addirittura
sollevò una piccola bambina bionda, l’abbracciò e la baciò e la ridiede tra le
braccia della mamma.
Mehmet Ali Agca tenta di assassinare Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro
In quel momento spuntò una pistola che fu puntata verso
il Papa sulle teste delle persone e si udirono due colpi d’arma da fuoco che
spaventarono anche i piccioni tra le colonnate del Bernini.
Il Sommo Pontefice aiutato dal suo fedele collaboratore Don Stanislao Dsiwisz
Il
primo colpo fratturò uno delle dita della mano del Papa e la stess pallottola
gli penetrò nello stomaco…mentre il secondo colpo gli trafisse il mento con la
pallottola andando a colpire anche due fedeli che furono feriti anche loro.
Erano
le diciassette e diciannove minuti di quel giorno che rimarrà inciso nella
storia dell’umanità.
Il Cardinale Dsiwisz spiegando parte della storia a Frank Zammit
‘Fu impressionante
perché lui stava per morire, colpito fatalmente. Durante il viaggio per
l’ospedale ho sentito che perdonava il suo attentatore. Lo ha perdonato! E ha
pregato per lui finchè perse i sensi
quando arrivò al Policlinico Gemelli.’ – S.E.R. Card. Stanislaw Dsiwisz – 7.9.2011
Fu operato per più di cinque ore. Quel tiro gli aveva procurato
gravissime lesioni interne.
‘Aveva perso molto
sangue….il piano era che doveva morire. Durante l’operazione ci furono dei
momenti molto difficili. Il suo medico curante venne da me per dirmi che la
situazione era delicata…..i battiti del cuore si sentivano appena. Anche la
pressione scese moltissimo, perse molto sangue. Tanti furono i problemi.’ – S.E.R.
Card. Stanislaw Dsiwisz – 7.9.2011
Il Papa Giovanni Paolo II dopo l'intervento difficile nel Policlinico Gemelli
Il suo attentatore fu catturato minuti dopo
il suo vile attacco da una suora che era vicino a lui con l’aiuto della folla
che si era radunata. Era un cittadino turco, Ali
Agca, con connessioni coi 'Lupi Grigi', un
gruppo che abbracciava l’ideologia dell’estrema destra e che era anche implicato
nel traffico di droga.
L'arresto di Mehmet Ali Agca per l'attentato sulla vita del Pontefice
Pendeva sulla testa di Ali Agca una condanna a morte in sua
assenza dalla corte turca che lo aveva trovato colpevole dell’omicidio
dell’editore del
giornale turco 'Milliyet' che due anni
prima aveva pubblicato una sua lettera dove diceva che era pronto ad uccidere
il Papa se non avesse cancellato la sua visita in Turchia.
Due anni dopo, due giorni dopo il natale del 1983, Giovanni Paolo
II è andato in carcere ad incontrare colui che voleva ucciderlo per portargli
il suo perdono. I due uomini parlarono appartati per un lungo tempo e quel che
si dissero rimane un mistero fino ai giorni nostri.
L’attentato era
stato pianificato perché uccidesse il
Papa. La pallottola attraversò tutto il suo corpo. Era un uomo di grandi
misteri……grandi misteri ma era protetto. Protetto da Dio e dalla Madonna alla
quale fu tanto devoto!’
Venne salvato da
Dio con l’intervento della Madonna di Fatima come disse dopo.’ – S.E.R. Card.
Stanislaw Dsiwisz – 7.9.2011
Il Papa Giovanni Paolo II con Mehmet Ali Agca a Rebibbia
Più tardi Agca venne condannato all’ergastolo
dalla corte italiana per l’attentato su di un Capo di Stato estero. Nel 2000 il
Presidente italiano Carlo Azeglio Ciampi concesse ad Ali Agca la grazia ed egli
fu immediatamente estradato verso la Turchia dove continuò a scontare un’altra
sentenza.
In due occasioni differenti, la prima volta
cinque giorni dopo l’attentato quando il Papa era ancora convalescente da quel
vile attacco al Policlino Gemelli durante la recita dell’Angelus dall’ospedale in
collegamento diretto con Piazza San Pietro il Papa Giovanni Paolo II disse l: 'Prego per mio fratello che mi ha attaccato
e che ho sinceramente perdonato'.
Ripetè queste parole di perdono nei confronti
di Agca anche il 27 dicembre 1983 quando lo ha visitato e ha parlato con il suo
attentatore nel carcere di Rebibbia a Roma.
Le indagini su chi fosse dietro questo vile attacco
continuarono per diversi anni. I servizzi segreti dei paesi della cortina di
ferro erano al primo posto tra i sospettati di questo caso.
Frank Zammit durante la sua visita a Krakovia-Lagiewniki nel Centro Giovanni Paolo II "Non Abbiate Paura".
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